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Ambiente: rifiuti solidi urbani

Usare senza consumare: un altro modo di vivere l'ambiente

Il Programma del MoVimento in tema di rifiuti solidi urbani si sviluppa sul concetto della Filiera dei Materiali. Nel ciclo di vita dei materiali lo scarto è un errore evitabile. Con il compostaggio dell'umido e la riduzione a monte e il recupero del secco, Rifiuti zero è un obiettivo possibile.

 

Premessa: un presente da superare

Il MoVimento denuncia l'inadeguatezza del programma di smaltimento dei rifiuti solidi urbani attualmente adottato in Campania. Tale programma, basato sul ciclo integrato dei rifiuti, promette il recupero di energia dai rifiuti mediante incenerimento. A tale scopo, prevede però l'utilizzo di grandi impianti ad elevato impatto ambientale, come inceneritori e cementifici, assolutamente incompatibili con l'accordo di Kyoto. Il presunto recupero di energia offerto è inoltre illusorio, in quanto il rendimento vantato è in realtà drogato da finanziamenti pubblici (i CIP6) e dai certificati verdi.

Frazione umida: compostaggio

Come primo passo verso la corretta gestione dei rifiuti solidi urbani, il MoVimento promuove la separazione secco-umido su tutto il territorio regionale, in attuazione della direttiva europea 91/156, già recepita dall'Italia con il D.lgs 22/97.

Allo stato attuale, i comuni che recuperano la frazione umida sono costretti a smaltirla fuori Regione a costi elevatissimi, anche 200 euro a tonnellata, e così questa pratica virtuosa risulta assolutamente antieconomica per l'amministrazione che la attua.

La Regione deve pertanto:

  1. liberare immediatamente gli 11 impianti di compostaggio già esistenti sul territorio campano e mai partiti o riempiti di false ecoballe
  2. incentivare il compostaggio domestico in tutte le unità abitative che lo consentano tramite la distribuzione di compostiere domestiche
  3. incentivare il compostaggio presso i coltivatori diretti sul modello del Progetto Bacoli
  4. impegnare le amministrazioni comunali affinché nella gestione del verde pubblico cittadino vengano impiegati ammendanti organici derivanti da raccolta differenziata.

 

Il compostaggio consentirà di smaltire la frazione umida dei rifiuti (35% circa del totale), parte putrescibile e percolante responsabile dell'inquinamento dei terreni adibiti a discariche o a siti di stoccaggio.

Frazione secca: riduzione a monte e recupero

Riduzione a monte

Il MoVimento, anche in ottemperanza a indirizzi e obiettivi fissati dalla Comunità Europea in materia di prevenzione e minimizzazione dei rifiuti, si impegna ad attuare tutte le possibili politiche e normative atte a ridurre i rifiuti a monte, tra cui:

  1.   limitazione dell'utilizzo di materiale non biodegradabile. Divieto assoluto dell'usa e getta laddove non strettamente necessario, in riferimento soprattutto a piatti, posate e bicchieri monouso.
  2.  attivazione di specifici progetti di riduzione dei rifiuti di imballaggio (40% circa dei rifiuti totali):
  3.  incentivi per la vendita di prodotti alla spina (detersivi, latte, pasta, legumi, biscotti…)
  4.  attivazione di studi di settore merceologico mirati alla riduzione dei materiali di consumo in ogni specifica attività
  5.  incentivi per l'attivazione di laboratori di riparazione
  6.  promozione di mercati del riuso, del riciclo e dello scambio
  7.  sensibilizzazione della popolazione ad un uso responsabile delle risorse
  8.  contrasto dell'usa e getta nelle mense scolastiche e ripristino del cestino da casa
  9.  ripristino del vuoto a rendere
  10.  garanzia dell'ottima qualità dell'acqua del rubinetto e disincentivazione dell'acquisto di acqua in bottiglia

 

Ai fini della riduzione a monte, il MoVimento promuove la ricerca e l'innovazione tecnologica nei settori dell'eco-efficienza dei processi produttivi e dei cicli di vita dei prodotti.

Si impegna quindi a indurre le aziende produttrici a utilizzare sempre meno materiali destinati a diventare rifiuto e sempre più materiali che alla fine della vita del prodotto possano essere recuperati e smaltiti correttamente.

Raccolta differenziata

La Regione deve improrogabilmente attuare il seguente programma:

  1.  obbligo della raccolta porta a porta per tutti i comuni della Regione, con l'individuazione di un unico modello di riferimento per la raccolta e il conferimento dei materiali.
  2.  individuazione di una rete di aziende che lavorino i materiali recuperati dalla raccolta differenziata. L'obiettivo è attivare una filiera corta che riduca l'impatto economico e ambientale legato ai trasporti e valorizzi l'economia locale.
  3.  estensione dell'obbligo della raccolta differenziata a tutti gli esercizi commerciali, con una efficace pianificazione di controlli sulla corretta applicazione delle norme.
  4.  incentivazione dell'impiego di "macchinette per vuoti a rendere" nella grande distribuzione sul modello danese: quando si acquista una bottiglia si paga un piccolo sovrapprezzo, ma quando si inserisce la bottiglia vuota nell'apposita macchina (che divide e schiaccia i vari contenitori), si ritira uno scontrino da consegnare alla cassa per ricevere il denaro o uno "sconto" sulla spesa.
  5.  estensione del ritiro domiciliare ingombranti a tutti i comuni della Regione.
  6.  controllo e garanzia dello smaltimento a fine vita di elettrodomestici, computer ed elettronica in genere. Per tali articoli, la normativa vigente (D.lgs. 151/2005) impone ai consumatori il pagamento di un contributo (RAEE) e ai distributori il ritiro e lo smaltimento dei prodotti a fine vita. Ad oggi, l'assenza del necessario decreto di attuazione impedisce tuttavia la corretta applicazione della legge, precludendo il recupero della componentistica e favorendo l'abbandono in ogni dove.
  7.  introduzione del principio di netta separazione tra le attività di raccolta e riciclaggio e le attività di smaltimento dei rifiuti. Tali attività dovranno essere gestite da soggetti diversi per evitare posizioni di monopolio gestionale, sovrapposizioni di competenze e conflitti di interesse, in analogia con i modelli piemontese e veneto.

Impianti a sostegno del sistema Rifiuti zero

Il MoVimento si propone di recuperare e trasformare una grossa parte di impianti già presenti sul territorio campano, pagati ben 270 milioni di euro e manomessi o mal utilizzati.
Sono i 7 impianti ex CDR, che si possono trasformare con poca spesa in impianti di trattamento meccanico manuale (TMM).

Gli impianti di TMM, dopo aver estratto la materia recuperabile, producono uno scarto che, grazie a un processo di estrusione, diventa una sabbia sintetica dai molteplici utilizzi e riciclabile n volte. Lo scarto di quest'ultimo processo ammonta all'1% del totale e viene anch'esso recuperato. Si tratta infatti di un residuo vetroso ceramico che, attraverso il trattamento finale del settore costruzioni e demolizioni (C&D), viene finemente triturato e riutilizzato negli impasti per l'edilizia e nei sottofondi stradali.

Non resta pertanto alcun rifiuto da sversare in discarica.


Va comunque sottolineato che gli impianti di TMM non rappresentano un'alternativa alla raccolta differenziata. La qualità dei materiali estratti, in particolare delle frazioni di carta e cartone e di quelle organiche, è infatti più bassa rispetto a quella che si ottiene attraverso la raccolta differenziata.
Il trattamento TMM va considerato "un sostegno al sistema Rifiuti zero" particolarmente utile nelle realtà metropolitane che ancora non raggiungono gli elevati risultati di raccolta differenziata tipici dei piccoli centri.
Agli impianti di TMM sarà inoltre possibile indirizzare anche la frazione di scarto delle piattaforme CONAI (45-65%) che ricevono materiale da raccolta differenziata, con un ulteriore recupero di materia e un miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata.

Terreni inquinati

Per il terribile problema dei terreni già compromesi, il MoVimento ha individuato in via preliminare alcuni punti da sviluppare. Tra questi:

  1.  bonifica dei terreni inquinati, senza possibilità di modificarne la destinazione d'uso (per evitare la cementificazione delle terre)
  2.  finanziamento agevolato, in quelle terre, per la realizzazione di aziende di coltura idroponica o acquaponica
  3.  finanziamento delle ricerche per la fitobonifica dei terreni inquinati e agevolazione dell'uso di queste tecniche su terreni sotto sequestro

 

 

Pagina corrente:

TBD

Elementi correlati:

Progetto Bacoli

Video su macchinette per vuoti a rendere

Decreto lgs 25 luglio 2005 n. 151 (G.U. 175 del 29 luglio 2005 - Suppl. Ordinario n. 135)

Proposta di revamping dei 7 impianti ex CDR in impianti di TMM

Direttiva 91/156/CEE del Consiglio del 18 marzo 1991 91/156 (G.U. L 078 del 26/03/1991)

Decreto lgs 5 febbraio 1997 n. 22 (G.U. n. 38 del 15 febbraio 1997 - S.O.)

Video sulla coltura acquaponica


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